Né dee né donne mortali, le Panische sono esseri mitologici, misteriosi e quasi onirici. Di esse si sa solo che accompagnavano il Dio Dioniso nei cortei bacchici.
Le Panische fanno parte di quella variopinta schiera di genii loci che popolavano -e popolano tuttora- le aree rurali e quelle selvagge in ogni angolo del mondo.
Il Genio rappresenta l’aspetto invisibile dei luoghi, che fa da contraltare all’apparenza fisica degli stessi: si tratta di una essenza sottile che caratterizza un determinato luogo, personificata da un’entità non umana; nel mondo romano si trattava di satiri, panische o ninfe dei luoghi, nelle mitologie nordiche di elfi, coboldi, fate, o gnomi.
Alessandra, Carlotta, Laura; a differenza delle Panische citate dall’arte antica e rinascimentale, le nostre hanno un nome, ed oltre ad incarnare lo spirito del luogo ne sopportano il lavoro, la fatica e l’impegno quotidiano, traendone forza, gioia, e vini che sono un concentrato dello Spirito della nostra Terra.